Non urlare per chiedere aiuto di notte. Potresti svegliare i vicini.
Stanislaw Jerzy Lec
Buongiorno a tutti. Vorrei parlarvi quest’oggi, senza troppi fronzoli o allarmismi, di un tema che, in questi giorni abbonda sui principali media e organi di stampa, e vorrei farlo analizzando qualche articolo dei nostri vicini francesi. Uno tra tanti. Una donna, assistita dagli operatori sanitari di
Monte Carlo, per la quale, a seguito della descrizione dei suoi sintomi, si è messo in opera il protocollo di
ricovero definito dal governo monegasco in riferimento alla sindrome corona virus. La paziente, attualmente ricoverata presso l’ospedale Princesse Grace, è stata sottoposta a un tampone e a delle analisi, poi inviate a un laboratorio di Marsiglia per un responso. I referti, arriveranno
domani. Vorrei precisare che, al momento, pare vi siano già circa dodici casi
ma, le autorità sembrano voler ignorare questa notizia, per evitare panico e cattiva pubblicità? Forse o, più probabilmente, per qualche forma di interesse; ricordiamo che, Monte Carlo è un
crocevia ideale per la diffusione del virus in quanto centro nevralgico, zona di
passaggio di numerosi uomini d'affari provenienti da ogni parte del mondo. Nel suddetto articolo si insinua un accenno ai frontalieri italiani (circa seimila
corrispondenti all’8%) ndr in
Francia, particolarmente in Costa Azzurra, l’Italia viene dipinta come un
centro di diffusione per l’epidemia, la stessa opinione pare sia condivisa da altri paesi in quanto,
risulta essere il terzo dopo Cina e Corea ad avere il maggior numero di
casi. In tutto questo, l’Italia giustamente si difende, puntualizzando sugli incessanti controlli a tappeto, non dimentichiamo che, ci sono in giro persone portatrici sane di questo virus pressoché ignorate. Dunque, prima
di dire che noi abbiamo più casi degli altri, bisognerebbe sapere come stanno esattamente le
cose.
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