Forse non tutti sanno che, agli esordi della sua carriera, prima di
dedicarsi seriamente alla scrittura, Samuel Langhorne Clemens alias Mark Twain,
recatosi in Nevada a trovare il fratello
Orion, si trattenne qualche tempo nella ridente cittadina di Carson per aiutare il
fratello nominato segretario territoriale da Abraham
Lincoln. Il ruolo di assistente tuttavia, non solo occupava una misera parte
del suo tempo ma non appagava a
sufficienza le sue esigenze, economicamente parlando, poiché aveva accumulato considerevoli
debiti. Fu così che si mise a cercare qualcosa che gli consentisse di esprimere in maniera più esaustiva la sua incontenibile creatività.
Essere un giovanotto pieno di
energie a Carson City nel 1861 doveva essere eccitante. La città in sé,
affollata di esploratori e faccendieri, investitori e mercanti in cerca di facili guadagni, era l’incarnazione
della città americana giovane e ottimista. Nel suo bellissimo libro “Vita dura”,
Mark Twain descrive la vita laggiù: “La gioia si leggeva su ogni
volto, e negli occhi di tutti brillava una felicità intensa e quasi febbrile,
testimonianza dei progetti di guadagno che si sviluppavano nella mente di
ognuno e delle grandi speranze che dimoravano in ogni cuore. Il denaro abbondava
come la polvere; ognuno si riteneva ricco, e non si vedeva mai un viso intristito.
C’erano associazioni militari, società di pompieri, orchestre di ottoni,
banche, alberghi, teatri, organini, sale da gioco con le porte spalancate,
riunioni politiche, sfilate, risse, assassinii, inchieste, disordini, una
distilleria di whisky ogni quindici passi… “
-
Questo paragrafo non era una
frottola: i tempi erano floridi e Samuel era deciso a divertirsi il più
possibile. Ma in fondo al suo cuore c’era il pensiero della madre e della
sorella a casa, che si domandavano se stesse combinando qualcosa della propria
vita come aveva fatto suo fratello. Le loro aspettative, accompagnate dal suo
desiderio di accantonare denaro per le spese voluttuarie, lo indussero a
escogitare un piano che, non solo avrebbe lanciato la sua carriera di scrittore,
ma avrebbe anche dato i natali all’UOMO di nome Mark Twain. I due principali
giornali locali del tempo, il “Territorial Enterprise” a Virginia City e l’”Evening
Bulletin”, erano impegnati in una competizione serrata, entrambi alla ricerca
delle storie e degli scrittori migliori per accaparrarsi un pubblico di lettori
affamato di pettegolezzi. Nell’estate del 1862 Samuel - inizialmente sotto lo pseudonimo di
Josh - fu arruolato come
reporter locale. Il suo compito, quello di girare per la città e parlare con i suoi
abitanti, fermarsi a bere con loro e mettere per iscritto quello che gli raccontavano. Un compito assai piacevole essendo lui un estimatore di chiacchiere e liquori. Per
tutto questo sarebbe stato pagato venticinque dollari a settimana, una somma
che a lui sembrava “scandalosamente esagerata”. Il resoconto dei fatti nudi e
crudi, specialmente in una giornata uggiosa, era sempre di secondaria importanza
rispetto all’offrire ai lettori quello che volevano, ossia sangue, budella e
scandali. Twain avrebbe sempre rivendicato stupore davanti all’ingenuità dei
suoi lettori, che con sua grande sorpresa si bevevano le sue improbabili storie
senza batter ciglio. Ma lo stile spontaneamente scherzoso e aneddotico,
persino quando riportava fatti realmente accaduti, indusse probabilmente il
pubblico a pensare che fosse semplicemente una di quelle persone intorno a cui
gravitavano storie straordinarie…
Alcuni spunti da "Il libro dei libri bugiardi" di Melissa Katsoulis
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