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giovedì 6 marzo 2014

La sai l’ultima su Mark Twain?

Forse non tutti sanno che,  agli esordi della sua carriera, prima di dedicarsi seriamente alla scrittura, Samuel Langhorne Clemens alias Mark Twain, recatosi in Nevada a trovare il fratello Orion, si trattenne qualche tempo nella ridente cittadina di Carson per aiutare il fratello nominato segretario territoriale da Abraham Lincoln. Il ruolo di assistente tuttavia, non solo occupava una misera parte del suo tempo ma non appagava a sufficienza le sue esigenze, economicamente parlando, poiché aveva accumulato considerevoli debiti. Fu così che si mise a cercare qualcosa che gli consentisse di esprimere in maniera più esaustiva la sua incontenibile creatività.

Essere un giovanotto pieno di energie a Carson City nel 1861 doveva essere eccitante. La città in sé, affollata di esploratori e faccendieri, investitori  e mercanti in cerca di facili guadagni, era l’incarnazione della città americana giovane e ottimista. Nel suo bellissimo libro “Vita dura”, Mark Twain descrive la vita laggiù: “La gioia si leggeva su ogni volto, e negli occhi di tutti brillava una felicità intensa e quasi febbrile, testimonianza dei progetti di guadagno che si sviluppavano nella mente di ognuno e delle grandi speranze che dimoravano in ogni cuore. Il denaro abbondava come la polvere; ognuno si riteneva  ricco, e non si vedeva mai un viso intristito. C’erano associazioni militari, società di pompieri, orchestre di ottoni, banche, alberghi, teatri, organini, sale da gioco con le porte spalancate, riunioni politiche, sfilate, risse, assassinii, inchieste, disordini, una distilleria di whisky ogni quindici passi… “
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Questo paragrafo non era una frottola: i tempi erano floridi e Samuel era deciso a divertirsi il più possibile. Ma in fondo al suo cuore c’era il pensiero della madre e della sorella a casa, che si domandavano se stesse combinando qualcosa della propria vita come aveva fatto suo fratello. Le loro aspettative, accompagnate dal suo desiderio di accantonare denaro per le spese voluttuarie, lo indussero a escogitare un piano che, non solo avrebbe lanciato la sua carriera di scrittore, ma avrebbe anche dato i natali all’UOMO di nome Mark Twain. I due principali giornali locali del tempo, il “Territorial Enterprise” a Virginia City e l’”Evening Bulletin”, erano impegnati in una competizione serrata, entrambi alla ricerca delle storie e degli scrittori migliori per accaparrarsi un pubblico di lettori affamato di pettegolezzi. Nell’estate del  1862 Samuel  - inizialmente sotto lo pseudonimo di Josh  - fu arruolato come reporter locale. Il suo compito, quello di girare per la città e parlare con i suoi abitanti, fermarsi a bere con loro e mettere per iscritto quello che gli raccontavano. Un compito assai piacevole essendo lui un estimatore di chiacchiere e liquori. Per tutto questo sarebbe stato pagato venticinque dollari a settimana, una somma che a lui sembrava “scandalosamente esagerata”. Il resoconto dei fatti nudi e crudi, specialmente in una giornata uggiosa, era sempre di secondaria importanza rispetto all’offrire ai lettori quello che volevano, ossia sangue, budella e scandali. Twain avrebbe sempre rivendicato stupore davanti all’ingenuità dei suoi lettori, che con sua grande sorpresa si bevevano le sue improbabili storie senza batter ciglio. Ma lo stile spontaneamente scherzoso e aneddotico, persino quando riportava fatti realmente accaduti, indusse probabilmente il pubblico a pensare che fosse semplicemente una di quelle persone intorno a cui gravitavano storie straordinarie…

Alcuni spunti da "Il libro dei libri bugiardi" di Melissa Katsoulis

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