Il peso della VOLONTA' nella scacchiera della vita
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"Più che ‘l doppiar de li scacchi s’inmilla”
Dante Alighieri (Paradiso, Canto XXVIII verso 93)
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“Quando
prego io chiedo a me stesso, al mio Io superiore, al vero Io con cui
non ho ancora raggiunto una completa identificazione... Quella
divinità che è in ognuno di noi e in ogni cosa, animata o inanimata
che sia. Il significato della preghiera è per me la volontà di
evocare tale divinità in me nascosta”.
(Mahatma Gandhi)
Nella mia mente affiora
un'antica leggenda persiana. Ve la racconto così come la ricordo, è
la sua essenza ciò che realmente conta.
Accadde un dì,
nell'antica Persia, che il Gran Visir, il consigliere del re, concepì
un gioco a dir poco ingegnoso dove le pedine si muovevano su una
scacchiera composta da sessantaquattro quadrati: gli scacchi. Il re,
eccitato, chiese al Gran Visir cosa desiderasse come ricompensa per
la sua magnifica invenzione ed egli rispose che, poiché era un uomo
semplice, gli sarebbero bastati: un chicco di grano per il primo
quadrato della scacchiera, due per il secondo, quattro per il terzo e
via raddoppiando fino a raggiungere l'ultimo quadrato. Il re rimase
stupefatto da questa richiesta così modesta, si trattava in fondo di
un mucchietto di grano... Ma il Gran Visir, fermo nella sua
richiesta, rifiutò palazzi e gioielli e convinse il re, il quale
rimase assai stupito. Quando però si iniziò il conteggio dei
chicchi, il re fu frastornato dal sorprendente risultato: il numero
di chicchi, che all'inizio era piuttosto esiguo – 1, 2, 4, 8, 16,
32, 64, 128, 256, 512, 1024... – giunti al sessantaquattresimo
quadrato raggiunse l'impressionante cifra di 18, 5 miliardi di
miliardi per un peso complessivo di circa 75 miliardi di tonnellate,
grosso modo il raccolto di diecimila anni di tutti i campi di grano
della Terra.
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