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lunedì 12 maggio 2014

Riscopriamo una poetessa: Piera Oppezzo


La grande paura

La storia della mia persona
è la storia di una grande paura
di essere me stessa,
contrapposta alla paura di perdere me stessa,
contrapposta alla paura della paura.
Non poteva essere diversamente:
nell’apprensione si perde la memoria,
nella sottomissione TUTTO.
La grande paura.
Non poteva
la mia infanzia,
saccheggiata dalla famiglia,
consentirmi una maturità stabile, concreta.
Né la mia vita isolata
consentirmi qualcosa di meno fragile
di questo dibattermi tra ansie e incertezze.
All’infanzia sono sopravvissuta,
all’età adulta sono sopravvissuta.
Quasi niente rispetto alla vita.
Sono sopravvissuta però.
E adesso tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.

Piera Oppezzo


In questa poesia si respira il tema più volte dibattuto dell’emancipazione femminile in contrapposizione a quello della schiavitù, dibattimenti che ci hanno condotto nel tempo a molte conquiste ma, una domanda mi sorge spontanea:  in un’Italia con un forte imprinting patriarcale, dove a tutt’oggi la carriera politica e religiosa della donna checché se ne dica è subordinata all’uomo, possiamo davvero parlare di “uguaglianza” e di “pari opportunità”?


Piera Oppezzo, nacque a Torino nel 1934. Lavorò per qualche tempo presso una sartoria, poi come commessa alla Standa e in seguito, come dattilografa alla Rai. Autodidatta, ebbe come autori di riferimento Emily Dickinson e Marina Cvetaeva. In Rai, nella rivista aziendale, entrò in contatto con gli intellettuali e artisti dell’avanguardia torinese da cui fu subito apprezzata. «La Fiera letteraria» di Vincenzo Cardarelli pubblicò alcune delle sue prime poesie, accostabili a quelle di Sandro Penna e Umberto Saba. Nel 1966 uscì presso Einaudi una raccolta di poesie dal titolo L’uomo qui presente, che fu ampiamente recensita e apprezzata. Poi, venne il periodo milanese (decennio molto prolifico) con i collettivi femministi. Le sue poesie vennero pubblicate in antologie italiane e straniere e su numerose riviste: "Anterem", " Il Manifesto", "Lapis", "La Salamandra", "Leggere", "Nuovi Argomenti", "Tam Tam", "Linea d'ombra". Morì il 19 dicembre 2009 a Miazzina sul Lago Maggiore.

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