Se famo du' spaghi?
Avete mai pensato
all'analogia che corre tra arte culinaria e arte figurativa? L'atto
di scegliere con cura gli ingredienti, giocare col dosaggio di spezie
e aromi, controllare i diversi tempi di cottura, scegliere i
colori, dosarli e applicarli sulla tela, sulla carta, sulla tavola.
La maestria, la forza creativa, l'improvvisazione. Pensiamo alla passione
culinaria di Leonardo ai tempi del suo apprendistato alla bottega
del Verrocchio, quando prestò servizio come capo cuoco alla “Taverna
delle tre lumache” a Ponte Vecchio, e alla successiva avventura con l'amico Botticelli con la taverna “Le tre rane di
Sandro e Leonardo” fino alla produttiva attività di curatore di banchetti
presso Ludovico il Moro. Leonardo, che con le sue originali
invenzioni, fu anche precursore dell'attuale cavatappi, il
trita aglio, l'affettatrice, e... la macchina per fare gli spaghetti.
La pasta, che passione. Di tutt'altra idea fu invece il futurista Marinetti, che nell'ambito della sua iniziativa “guerra alla
pasta asciutta” definì la pasta: “una palla e un rudere che gli
italiani portano nello stomaco come ergastolani o archeologi”. Voi che ne dite? Se famo du' spaghi?
Buon appetito a tutti.
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