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mercoledì 20 maggio 2015

“Smettere di riciclare, cominciare a riparare”





E’ l’anno 2009 quando, l’ex giornalista Martina Postma, concretizza l’idea di un “caffè della riparazione” o “café reparation”; idea concepita nel 2008 da “Platform 21”, un collettivo di progettisti oggi non più attivo. Con lo slogan “Smettere di riciclare, cominciare a riparare” il Manifesto della riparazione del collettivo si contrapponeva ai movimenti ambientalisti del tempo, i quali, ignoravano completamente il concetto di riparazione. L’iniziativa, riscuote un discreto successo ad Amsterdam, dove gli oggetti fino ad allora accantonati, in quanto logori o non funzionanti, si vestono di una nuova luce, grazie all’attività di abili volontari e di gente comune intenzionata ad apprendere le tecniche di riparazione. Impresa resa ardua, nell’era moderna, a causa dei materiali frangibili sorti da una volontà palesemente consumistica.  Dovremmo invece, a mio avviso, apprendere sin dalla più tenera età, magari nelle aule scolastiche, questa coscienza dell’economia domestica e, ridisegnare l’economia livellando certe distanze sociali. I periodi di crisi, in tal senso, possono offrire spunti per rivalutare certe abitudini e stili di vita. Ai giovani è stato consegnato un mondo in cui, spesso, ad iniziare sono stati proprio i genitori o i nonni (a buttar via fogli di carta solo parzialmente utilizzati oppure oggetti un po’ datati, o ancora, far scorrere l’acqua inutilmente mentre ci spazzoliamo i denti ipnotizzati dallo sciabordio di sottofondo, accendere la luce in pieno giorno e mille altre insane abitudini che non sto ad elencare) ma, come si suol dire: “Non è mai troppo tardi”.  

REPAIR IS NOBLE

ifixit.com 

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