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mercoledì 15 luglio 2015

Scusi signor ladro... ha dimenticato un cuscino


Breve traccia sulla vita e le opere di un poeta Zen:  Daigu Ryokan (1758-1831)

Il suo nome significa "grande pazzo, buono e generoso". Lasciò la sua prestigiosa famiglia, il padre era un capovillaggio, un commerciante e un samurai, nonché allievo del grande Matsuo Bashō, per diventare monaco zen. Da qui, cominciò una vita di pellegrinaggi in giro per il Giappone. In seguito, decise di stabilirsi in una piccola capanna, che lui chiamò Gogo-an, sul monte Fugami. Fautore di un nuovo modello di "ascetismo" distante dagli schemi dell'epoca, sostituì l'archetipo che ne contemplava la penitenza e la durezza esteriore con concetti quali: umiltà,   schiettezza e autoironia, delineando una nuova poetica.  Questa poesia, ad esempio, fu ispirata da un evento singolare: un furto avvenuto nella casa del poeta; il ladro, preso a scappare con i pochi beni sottratti, dimenticò un cuscino, dunque il poeta lo rincorse e glielo donò.


Il cuscino dimenticato
alla sue spalle:
la luna è alla mia finestra.


Altre opere

Nell'ascoltare la voce del torrente
coperto di muschio
che scende dalla roccia
anche il mio cuore
diventa trasparente

Di notte nel silenzio della capanna,
suono l'arpa che non ha corde.
La sua melodia sale al cielo con il vento:
la sua musica si unisce a quella del torrente;
risuona nell'intera vallata,
mormora nelle foreste e nelle montagne.
Se uno non chiude le orecchie,
non può udire questa musica silenziosa.

Capelli arruffati, orecchie tese,
veste a brandelli e scolorata.
Torno a casa mezzo ubriaco e mezzo sobrio,
scortato da una fila di bambini.



Nella “banalità” del quotidiano il poeta riconosce il valore dell’esistenza e celebra la possibilità di armonizzarsi con l’universo.


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