SHIR HASHIRIM (Il Cantico dei Cantici)
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Amore e Psiche - Canova |
Il diletto sposo, è paragonato al Re Salomone; la diletta
sposa, è designata con il nome di Sulammìta. Questi particolari hanno offerto
lo spunto per attribuirne la composizione al re “magnifico” di Gerusalemme.
L’inserimento di questo poema nel canone dell’Antico Testamento destò non poche
perplessità e dissensi per gli espliciti riferimenti al sesso ma Shir Hashirim
travalica il tempo e lo spazio celebrando l’amore in tutte le sue infinite
sfaccettature.
Lo sposo
“Come son belli i tuoi piedi
Nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come
monili,
opera di mani d’artista.
Il tuo ombelico è una coppa rotonda
Che non manca mai di vino drogato.
Il tuo ventre è un mucchio di grano,
circondato da gigli.
I tuoi seni come due cerbiatti,
gemelli di gazzella.
Il tuo collo come una torre d’avorio;
i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbòn,
presso la porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso come la torre del Libano
che fa la guardia verso Damasco.
Il tuo capo si erge su di te come il
Carmelo
E la chioma del tuo capo è come la
porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce”.
Ct 7,2-6
La sposa
“Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!
Io sono per il mio diletto
E la sua brama è verso di me.
Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là ti darò le mie carezze!
Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c’è ogni specie di
frutti squisiti,
freschi e secchi;
mio diletto, li ho serbati per te”.
Ct 7,10-14
Questi versi risuonano di soave bellezza,armoniosa la visione di queste "promesse".
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