Poesia,
architettura dell'anima
Il manicomio è una
grande cassa di risonanza
e il delirio diventa
eco
l'anonimità
misura,
il manicomio è il
monte Sinai,
maledetto, su cui tu
ricevi
le tavole di una
legge
agli uomini
sconosciuta.
Alda Merini
Non mi serve una macchina (da scrivere), mi servono le parole, sancisce determinata, Anna
Foglietta alias Alda Merini ne "La pazza della porta
accanto". In questo caso, non bastano le parole per descrivere la
magnificenza di questa location, il teatro Donizetti di Bergamo, in netto
contrasto con le cupe atmosfere "oscurate" da spiragli di luce dove
solo l'Amore, l'incoscienza (?), il gioco, accorrono a dare sollievo, per pochi
fuggevoli istanti, a questo mal di vivere, in un atto unico intenso, dedicato alla poetessa
dei navigli e alla sua tormentata esperienza in manicomio. In un processo di
decodifica del dolore, la poetessa forgia le sue ali per volare lontano, oltre
i confini spazio temporali. Alessandro Gassman firma la regia di uno spettacolo incisivo, lineare, VERO, sua anche l'ideazione scenica in collaborazione con Alessandro Chiti; stanghe, ologrammi, luci e pareti in movimento, hanno una resa davvero sorprendente. Standing ovation ad Anna "Alda", per l'ottimo lavoro sul personaggio, a Liborio Natali (Pierre, l'amato) e a tutto il cast. Il buon teatro che fa riflettere.
In scena fino al 5 febbraio
Info: Teatro Donizetti http://www.teatrodonizetti.it/DoniPortal/homePageProcess.jsp
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