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martedì 7 marzo 2017

Suggestioni artistiche impresse sulla pellicola


Nella Città che sale (1910) un cavallo rosso irrompe sulla scena scatenando un turbine di energia, che va a infrangersi sul lato sinistro; l’artista concepisce una specie di onda di risacca, originata dall’altro cavallo che si riversa sul primo. Un dipinto sorprendente, dove tutto si muove, tutto corre fatta eccezione  dell’unico elemento statico dell’opera: l’edificio in costruzione sullo sfondo con le sue impalcature. Per rappresentare il movimento, Umberto Boccioni ricorre a un espediente del tutto inusuale, cronofotografico: la ripetizione in un’unica immagine di soggetti in moto. Un’idea già attuata verso la fine del XIX secolo dal fotografo inglese Muybridge, che, immortalando in una serie di inquadrature il galoppo di alcuni cavalli da corsa, offrì un importante contributo alla futura nascita del cinema, legata al nome dei fratelli Lumière.


Dello stesso anno, l’opera Duna IV dell’olandese Pieter Cornelis Mondriaan, meglio conosciuto come Piet Mondrian, ammalia a tal punto il regista Michelangelo Antonioni da voler inserire nel celebre film Professione reporter (1975) un’inquadratura ispirata a questo dipinto.




E cosa dire della celebre casa sulla collina di Psycho. A ispirare Alfred Hitchcock fu la tela di Edward Hopper dal titolo Casa vicino alla ferrovia (1925). 

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