Suggestioni artistiche impresse
sulla pellicola
Nella Città che sale (1910) un cavallo rosso irrompe sulla scena
scatenando un turbine di energia, che va a infrangersi sul lato sinistro; l’artista
concepisce una specie di onda di risacca, originata dall’altro cavallo che si
riversa sul primo. Un dipinto sorprendente, dove tutto si muove, tutto corre fatta
eccezione dell’unico elemento statico
dell’opera: l’edificio in costruzione sullo sfondo con le sue impalcature. Per
rappresentare il movimento, Umberto
Boccioni ricorre a un espediente del tutto inusuale, cronofotografico: la
ripetizione in un’unica immagine di soggetti in moto. Un’idea già attuata verso
la fine del XIX secolo dal fotografo inglese Muybridge, che, immortalando in
una serie di inquadrature il galoppo di alcuni cavalli da corsa, offrì un
importante contributo alla futura nascita del cinema, legata al nome dei
fratelli Lumière.
Dello stesso anno, l’opera Duna IV dell’olandese Pieter Cornelis Mondriaan,
meglio conosciuto come Piet Mondrian, ammalia a tal punto il regista
Michelangelo Antonioni da voler inserire nel celebre film Professione reporter (1975) un’inquadratura ispirata a questo
dipinto.
E cosa dire della celebre casa
sulla collina di Psycho. A ispirare
Alfred Hitchcock fu la tela di Edward Hopper dal titolo Casa vicino alla ferrovia (1925).
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