Un'aquila
nel cielo infinito - Intervista a Nello Barrano
Personalmente,
ho avuto modo di partecipare a diversi cammini di cui ho assaporato,
tanto la solitudine contemplativa quanto la gioia di un incontro, la
convivialità. Con queste immagini, vorrei introdurre i lettori a
un’intervista piuttosto informale, un’amichevole chiacchierata
con Nello Alberto Barrano, fondatore di un gruppo facebook di condivisione dell'esperienza del Cammino di Santiago e sostenitore di
molte battaglie sociali che lo vedono impegnato nella tutela dei
diritti umani. E’ difficile evitare di inciampare nella retorica
quando si tratta di spiegare le motivazioni che spingono un viandante
a intraprendere il Cammino di Santiago, ma ci proverò ugualmente con
questa prima domanda:
-
Intanto, ciao Nello, bentornato. Senti, cosa ti ha spinto a
intraprendere il Cammino di Santiago?
“Ciao
Giusy. Ciao a tutti. Dunque... Mi ha spinto la Fede! In me stesso e
nella vita che conduco.”
-
Cosa distingue il Cammino di Santiago da altri Cammini?
“Ognuno
in se riconosce il cammino come un momento di ascolto e
introspezione. Il cammino di Santiago ha valenza storica, in questo
cammino sono passati tutti: santi, re e persone semplici e ognuno ha
lasciato qualcosa… l'AMORE.”
-
A mente fresca, qual'è l’immagine che ti torna più spesso?
“Un’aquila
nel cielo infinito.”
Quali
sensazioni, profumi, sapori?
“Libertà
di solitudine, la bellezza del Creato attorno a me, la sensazione di
appartenenza al Tutto ma anche, l’aria fresca e profumata del
mattino, con il profumo di mille fiori diversi d’ogni forma e
colore. Il sapore di un buon caffè, di un fruttos, di un po’
d’acqua fresca.”
-
Hai scritto giornalmente le tue avventure su un diario di viaggio?
“Nessun
diario, conservo tutto nel mio cuore.”
-
Di ritorno da Santiago, immagina di aver riportato con te nello zaino
un sentimento, un valore acquisito: traducimelo in una parola.
“AMORE”
-
E qualcosa che hai lasciato?
“Il
mio dolore, ma ho ricevuto molto di più…”
-
Nello, tu hai affrontato il Cammino in un periodo molto particolare,
in concomitanza con l’incidente ferroviario che ha contato numerose
vittime, tra cui l’italiano Dario Lombardo, e diversi feriti. Il
tuo gruppo, in tempo reale ha ricevuto e diffuso notizie da Santiago,
anche per quanto concerne lo stato di emergenza; coperte, sacche di
sangue o per fornire informazioni utili ai familiari delle vittime.
Cosa ti senti di dirci in merito?
“Cara
Giusy, per fortuna ho deciso di procedere a piedi quel 25 luglio,
diversamente, avrei preso quel treno per Santiago e forse ora si
conterebbe una vittima in più di quel triste incidente. Quando ho
saputo quasi non ci credevo, le voci erano molte; un’esplosione, un
attentato ma poi, con il passare del tempo, abbiamo capito
l’accaduto. Tutti i pellegrini che incontravo erano sbigottiti e
profondamente addolorati, molti pregavano, altri erano frastornati
dagli eventi ma tutti comunque desiderosi di attivarsi in aiuto,
chiaramente nei limiti consentiti dalle circostanze. “
-
E cosa consiglieresti a chi non ha ancora intrapreso il cammino?
“Il
consiglio che mi sento di dare è di cercare le risposte che
giacciono nel profondo di noi stessi. Il cammino è il luogo adatto
per queste risposte, un piccolo passo verso una consapevolezza più
globale per cui, affidarsi al cammino, passo dopo passo, ci aiuta a
liberare, a pulire il nostro corpo, la nostra mente, la nostra anima
dalle tossine di questa vita frenetica, individualista e, se mi
permetti, impoverita di quei valori quali: l’AMORE, l’AMICIZIA,
la SOLIDARIETA’. Il cammino, è un piccolo grande passo verso una
consapevolezza globale di se stessi e del mondo circostante.”
Bene amici, il tè col nostro amico Nello, corredato di gustosi biscottini
allo zenzero, è ormai agli sgoccioli, lo saluto e lo ringrazio per
la preziosa condivisione.
Un
abbraccio di luce. Giusy G.
VIANDANTE
Antichi
sapori
raffioran
decisi.
Di
riso e di pianto il
volto
s’arreda.
Poi
tutto svanisce e
la
mente si placa.
Ha
inizio la storia
da
una pagina bianca.
D’essenza,
gli scampoli
ch’accompagnano
il viaggio
del
caro viandante alla ricerca di sé.
*poesia
tratta dal libro "Reset" di Giusy Grasso
La via della consapevolezza la si può apprendere anche attimo dopo attimo, osservando con gli occhi dell'amore, ragionando con la sapienza del sapere, prostrandosi all'unicità del tutto, viaggiando attraverso se stessi in quell'io interiore che ti apre le porte della coscienza universale
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