Translate

lunedì 20 luglio 2015

MUSICA A 432 HZ





Nel 1884 Giuseppe Verdi scrisse una lettera indirizzata alla Commissione musicale del governo italiano in cui chiese di ufficializzare l’utilizzo del corista (diapason) con la nota LA di riferimento per l’accordatura a 432Hz, scrivendo a riguardo una frase: "per esigenze scientifico matematiche".


Che cosa intendeva dire? 

Per capirlo bene e con più chiarezza è necessario introdurre un'altra frequenza: quella di 8Hz. 

Le onde di consapevolezza "ordinarie" del cervello umano variano da 14Hz a 40Hz. In questo range operano solamente alcuni dendriti delle cellule del cervello che utilizzano prevalentemente l'emisfero sinistro (quello più razionale) come centro di attività. 

Se i nostri due emisferi cerebrali si sincronizzassero alla frequenza di 8Hz lavorerebbero in modo uguale (balance-bilancia di equilibrio), ricevendo il massimo flusso di informazioni. 

8Hz è anche la frequenza di replicazione della doppia elica del DNA, è il "battito" fondamentale del pianeta, noto come "risonanza fondamentale di cavità Schumann".

8Hz è la frequenza del subsuono emesso dai delfini, non udibile, ma risuonante sino a 16 km dal punto di emissione che riequilibra ed armonizza, grazie anche alla capacità superconduttiva dell’acqua, l’intero pianeta. 

In termini musicali, la frequenza di 8Hz corrisponde a una nota di Do. Salendo di cinque ottave, cioè percorrendo cinque volte le sette note della scala, si arriva ad un Do di 256Hz, scala in cui il “La” ha una frequenza di 432Hz. 



Suonando il Do a 256Hz, per il principio delle armoniche, secondo cui a un suono prodotto si aggiungono multipli e sottomultipli di quella frequenza, anche i Do delle altre ottave cominceranno a vibrare per "simpatia", facendo risuonare naturalmente la frequenza di 8Hz.

Ecco perché il corista a 432 oscillazioni al secondo è definito "diapason scientifico". Esso fu approvato all'unanimità al congresso dei musicisti italiani del 1881 e proposto dai fisici Sauveur, Meerens, Savart, e dagli scienziati italiani Montanelli e Grassi Landi. Prendiamo attentamente in considerazione che nell'universo tutto è energia in vibrazione. Ogni particella subatomica, atomo, struttura molecolare, cellula e organo del corpo, vibrano ad una determinata frequenza. Questa meravigliosa armonia ha una propria firma vibrazionale. Molti medici e studiosi affermano che se una parte del corpo si ammala la causa è da ricercare nella frequenza che si è alterata ed il corpo vibra in modo disarmonico. Essere sani significa vibrare all’unisono armonicamente. Ogni organo ha la sua frequenza (multipli e sottomultipli di 432Hz), essa si altera in caso di malattia, il riequilibrio e la guarigione avvengono quando sullo stesso organo viene fatta risuonare la corretta frequenza di risonanza. Dunque suonare e ascoltare musica intonata a 432Hz riequilibra il corpo e per effetto vibrazionale anche la natura circostante, ridando il primordiale equilibrio di pace e benessere.




Sappiamo che la musica è "informazione", I dati sonori creati a 432Hz, non si perdono tra le molecole dei gas presenti nell’aria che trasportano il suono in quanto compatibili con la loro struttura molecolare. Ascoltare, suonare e cantare musica, armonizzati alla frequenza del "Diapason Scientifico" a 432Hz dona beneficio all'intero pianeta . Per questo motivo ti suggeriamo la procedura per convertire la musica da 440 a 432Hz.


Scaricare da Internet il programma gratuito Audacity. Link al sito ufficiale: http://audacity.softonic.com/ 

All’inizio, clicca Scaricare Audacity (ultima versione che trasforma intere cartelle) Una volta installato, apri il programma e segui la seguente procedura:

1. Clicca in Archivio - apri, seleziona la canzone (in formato wave no audio) che appare in forma di grafico 
2 . Clicca Editare - Seleziona tutto, vedrai che si oscura la pista. 
3. Clicca Effetti - Cambiar tono. (Questo tipo di conversione non cambia il ritmo della musica, la mantiene identica al tempo dell’originale). In "Percentuale di cambiamento" scrivi il valore: (meno) - 1.818. Automaticamente la casella del semitono si posiziona sul (meno) – 0.32 Se hai ancora la versione Audacity 1.3.12 (Beta) la percentuale di cambiamento è (meno) – 1,818 mentre il semitono automatico (meno) – 0,32 
4 . Clicca OK. 
5 . Clicca File - Esporta e seleziona dove salvare la canzone.

Attenzione: va esportato come Wave e non MP3; nel formato d'onda Wave le armoniche non si comprimono mentre l' MP3 inibisce delle armoniche fondamentali, tagliando delle frequenze necessarie. Nel formato Wave puoi passare le canzoni in un cd e riprodurlo dove vuoi lettori cd, auto...

"Eventualmente, se esporti la canzoni in formato mp3, assicurati di impostare un bitrate uguale o superiore a 192kb/s".

Ringrazio per la collaborazione Flavia Vallega, promotrice internazionale, uno dei referenti mondiali del 432Hz, cantante e compositrice channeling. 


Flavia Vallega - YouTube Channel www.youtube.com/user/flaviavallega







*Video tonografo le differenze sostanziali 440Hz e 432Hz: 




PER MAGGIORI INFO: www.holonmusic432hz.com

venerdì 17 luglio 2015

Non abbiate PAURA


LA PAURA - monologo

di Gaber - Luporini

E camminando di notte nel centro di Milano semi deserto e buio e vedendomi venire incontro l'incauto avventore, ebbi un piccolo sobbalzo nella regione epigastrico-duodenale che a buon diritto chiamai… paura, o vigliaccheria emotiva.
Sono i momenti in cui amo la polizia. E lei lo sa, e si fa desiderare.
Si sente solo il rumore dei miei passi. Avrei dovuto mettere le Clark.
La luna immobile e bianca disegna ombre allungate e drittissime.
Non importa, non siamo mica qui per fare delle fotografie, dài!
Cappello in testa e impermeabile chiaro che copre l'abito scurissimo, l'uomo che mi viene incontro ha pochissime probabilità di essere Humprey Bogart. Le mani stringono al petto qualcosa di poco chiaro. Non posso deviare. Mi seguirebbe. Il caso cane-gatto è un esempio tipico: finché nessuno scappa non succede niente. Appena uno scappa, quell'altro... sguishhh. Ed è giusto, perché se uno scappa deve avere una buona ragione per essere seguito. Altrimenti che scappa a fare? Da solo? In quel caso si direbbe semplicemente 'corre'... E se poi lui non mi seguisse non ho voglia di correre come un cretino alle due di notte per Milano... senza le Clark.
La luna è sempre immobile e bianca, come ai tempi in cui c'erano ancora le notti d'amore.
Non importa, proseguo per la mia strada. Non devo avere paura. La paura è un odore e i viandanti lo sentono. Sono peggio delle bestie questi viandanti... è chiaro che lo sentono.
Ma perché sono uscito? Avrei dovuto chiudermi in casa e scrivere sulla porta: "Non ho denaro" a titolo di precauzione, per scoraggiare ladri e assassini. E lo strangolatore solitario? Quello se ne frega dei soldi. Dovrei andare a vivere in Svizzera. Non si è mai abbastanza coraggiosi da diventare vigliacchi definitivamente.
Ma l'importante ora è andare avanti, deciso. Qualsiasi flessione potrebbe essere di grande utilità al nemico. La prossima traversa è vicina e forma un angolo acuto. Acuto o ottuso? Non importa Però sento che lo potrei raggiungere, l'angolo. Ma il nemico avanza, allunga il passo... o è una mia impressione?
Ricordati del cane e del gatto. Anche lui ha paura di me. Devo puntargli addosso come un incrociatore, avere l'aria di speronarlo... ecco, così. È lui che si scosta... disegna una curva. No, mi punta.
Siamo a dieci metri: le mani al petto stringono un grosso mazzo di fiori. Un mazzo di fiori?... Chi crede di fregare! Una pistola, un coltello, nascosto in mezzo ai tulipani. Come son furbe le forze del male! Eccolo, è a cinque metri, è finita, quattro, tre, due, uno… [segue con lo sguardo una persona che gli passa accanto].
[sospiro di sollievo] Niente, era soltanto un uomo. Un uomo che senza il minimo sospetto mi ha sorriso, come fossimo due persone. Che strano, ho avuto paura di un'ombra nella notte. Ho pensato di tutto. L'unica cosa che non ho pensato è che potesse essere semplicemente… una persona.

La luna continua a essere immobile e bianca, come ai tempi in cui c'era ancora l'uomo.

mercoledì 15 luglio 2015

Scusi signor ladro... ha dimenticato un cuscino


Breve traccia sulla vita e le opere di un poeta Zen:  Daigu Ryokan (1758-1831)

Il suo nome significa "grande pazzo, buono e generoso". Lasciò la sua prestigiosa famiglia, il padre era un capovillaggio, un commerciante e un samurai, nonché allievo del grande Matsuo Bashō, per diventare monaco zen. Da qui, cominciò una vita di pellegrinaggi in giro per il Giappone. In seguito, decise di stabilirsi in una piccola capanna, che lui chiamò Gogo-an, sul monte Fugami. Fautore di un nuovo modello di "ascetismo" distante dagli schemi dell'epoca, sostituì l'archetipo che ne contemplava la penitenza e la durezza esteriore con concetti quali: umiltà,   schiettezza e autoironia, delineando una nuova poetica.  Questa poesia, ad esempio, fu ispirata da un evento singolare: un furto avvenuto nella casa del poeta; il ladro, preso a scappare con i pochi beni sottratti, dimenticò un cuscino, dunque il poeta lo rincorse e glielo donò.


Il cuscino dimenticato
alla sue spalle:
la luna è alla mia finestra.


Altre opere

Nell'ascoltare la voce del torrente
coperto di muschio
che scende dalla roccia
anche il mio cuore
diventa trasparente

Di notte nel silenzio della capanna,
suono l'arpa che non ha corde.
La sua melodia sale al cielo con il vento:
la sua musica si unisce a quella del torrente;
risuona nell'intera vallata,
mormora nelle foreste e nelle montagne.
Se uno non chiude le orecchie,
non può udire questa musica silenziosa.

Capelli arruffati, orecchie tese,
veste a brandelli e scolorata.
Torno a casa mezzo ubriaco e mezzo sobrio,
scortato da una fila di bambini.



Nella “banalità” del quotidiano il poeta riconosce il valore dell’esistenza e celebra la possibilità di armonizzarsi con l’universo.


Un giorno un servo incontrò la Morte al mercato del paese. 

Corse dal padrone e gli chiese un cavallo veloce per fuggire dalla nera signora alla volta di Samarcanda. 

Il padrone acconsentì, poi scese al mercato e domandò alla Morte perché avesse spaventato il servo. 

La morte rispose placidamente:

"Non l'ho spaventato, ero solo stupita perché lo aspettavo stasera a Samarcanda". 




Corri cavallo, corri di là,
ho cantato insieme a te tutta la notte,
corri come il vento che ci arriverà.



La celebre canzone di Roberto Vecchioni è ispirata a una favola orientale presente nell'incipit del romanzo "Appuntamento a Samarra" di John Henry O'Hara eccezion fatta per i ruoli dei protagonisti; il servo diviene un soldato e il padrone diventa un re. Possiamo trovare delle analogie anche con una novella presente nel Talmud, antico testo ebraico.

martedì 14 luglio 2015

Le canzoni del cuore 

Luce - Fiorella Mannoia




Non c'è figlio che non sia mio figlio 

Né ferita di cui non sento il dolore 
Non c'è terra che non sia la mia terra 
E non c'è vita che non meriti amore 
mi commuovono ancora i sorrisi 
e le stelle nelle notti d'estate 
i silenzi della gente che parte 
e tutte queste strade. 


Fa che non sia soltanto mia 

questa illusione 
fa'che non sia una follia credere ancora nelle persone. 
Luce, luce dei miei occhi dove sei finita 
lascia che ti guardi dolce margherita 
prendi la tua strada e cerca le parole 
fa che non si perda tutto questo amore, 
tutto questo amore. 


Non c'è voce che non sia la mia voce 

Né ingiustizia di cui non porto l'offesa 
Non c'è pace che non sia la mia pace 
e non c'è guerra che non abbia una scusa. 
Non c'è figlio che non sia mio figlio 
né speranza di cui non sento il calore 
non c'è rotta che non abbia una stella 
e non c'è amore che non invochi amore. 
Luce, luce dei miei occhi vestiti di seta 
lascia che ti guardi,dolce margherita. 
Prendi la tua strada e cerca le parole 
fa che non si perda tutto questo amore. 
Luce, luce dei miei occhi dove sei finita 
lascia che ti guardi, dolce margherita 
prendi la tua strada e cerca le parole 
fa che non si perda tutto questo amore, 
tutto questo amore. 


Luce - Fiorella Mannoia
www.youtube.com/watch?v=O6vjNbrDyA8



lunedì 13 luglio 2015

Pinocchio - Trasmutazione alchemica di un burattino

Foto: Mariano Chelo

Pinocchio è un nome composto dai due termini “pino” e “occhio”. Il frutto del pino, la pigna, nell’esoterismo ha sempre indicato la ghiandola pineale, la quale si chiama così proprio per la sua forma di "pigna", dal latino pinea;  una ghiandola che, nella fisiologia esoterica, corrisponde al terzo occhio. Pinocchio rappresenta quindi, il processo di apertura del terzo occhio, la capacità di vedere oltre la forma 


Il Padre, Geppetto, ne è il Creatore, infatti non è un padre nel senso comune del termine, ma Colui che lo trae dalla materia e gli dà forma. Lo scolpisce nel legno, lo crea burattino, cioè un essere “meccanico”, “addormentato”, come direbbe Gurdjieff, in grado di parlare e camminare, ma non dotato di coscienza, quindi non ancora umano. Appena creato, Pinocchio, diviene subito ingestibile, in quanto, non ha ancora ritrovato né la sua anima (la Fata Turchina) né tantomeno il Padre, dal quale dovrà inizialmente separarsi per conoscere le insidie del mondo, proprio come accade al figliol prodigo nell’omonima parabola evangelica. Lungo il suo cammino iniziatico, imparerà a conoscersi, a gestire il corpo, le emozioni e la mente, sorvegliato a distanza dalla sua anima, la quale – nonostante le menzogne del burattino – lo aiuterà nei momenti più bui e lo rimetterà sulla “retta via”. 

Salvatore Brizzi






Una riflessione

L'essenza di questa "fiaba" apre lo scenario a molteplici simbolismi del percorso iniziatico intrapreso da ognuno di noi. 

Le disavventure con Buttafuoco ad esempio, ci mettono in relazione con il concetto relativo di prigionia. 

Si può essere prigionieri di sé stessi prima ancora di esserlo del mondo esterno


Nel lavoro interiore non è possibile retrocedere ma, talvolta, si può avere l'impressione di rimanere fermi per insufficiente sensibilità dovuta a stanchezza o apatia. 

Occorre lavorare sulla passione emotiva e la gestione della rabbia

E' inutile odiare la rabbia o tentare di zittirla, sarebbe come rinnegare o odiare la propria creatura che, in questo modo, urlerà più forte per farsi sentire. 

Anche il concetto di "abbandono" andrebbe riletto in un'altra chiave. Vi sarà senz'altro capitato di notare con rammarico come, al mutare della nostra frequenza, alcune presenze costanti della nostra vita si allontanino naturalmente: lasciamole andare, accompagnamo il cambiamento senza trattenerle oltre. 

La nostra evoluzione è connessa al processo evolutivo dell'altro inteso come emanazione dei nostri quesiti interiori


Responsabilità, non colpa

Forse quest'ultimo tratto presenterà qualche dislivello in uno stato laico solo per definizione. Si è fatto tardi. Auguro a tutti una buona giornata. 
Au revoir.




Approfondimenti: 
Conferenza degli autori Salvatore Brizzi e Riccardo Geminiani dedicata al loro libro "Il Bambino e il Mago"








sabato 11 luglio 2015




Amore, è scarno, aspro, scalzo.
Amore non ha casa alcuna,
dorme per terra, davanti alle porte,
al bordo delle strade ma,
dato che Ingegno è padre di Amore,
è anche pieno di coraggio, sempre all'erta
ed è un meraviglioso cacciatore,
e c'è di più... E' sempre bramoso di pensieri.
Amore è sempre filosofo, maliardo o sofista,
Nello stesso giorno può essere
esuberante di vita e poi morire.
Amore può conquistare ogni cosa,
può consumare tutto, ma invano,
perché tutto ciò che conquista
gli sfugge sempre tra le dita,

e così Amore non possiede mai niente... 



Discorso di Diotima a Socrate sull'Amore. 
(Platone, Simposio)