Translate

mercoledì 26 novembre 2014

Il testamento di Alfred Nobel 



Io, Alfred Bernhard Nobel, dichiaro qui, dopo attenta riflessione, che queste sono le mie Ultime Volontà riguardo al patrimonio che lascerò alla mia morte.
La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capitale, dai miei esecutori testamentari impiegato in sicuri investimenti, dovrà costituire un fondo i cui interessi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l’anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell’umanità. Detto interesse verrà suddiviso in cinque parti uguali da distribuirsi nel modo seguente: una parte alla persona che abbia fatto la scoperta o l’invenzione più importante nel campo della fisica; una a chi abbia fatto la scoperta più importante o apportato il più grosso incremento nell’ambito della chimica; una parte alla persona che abbia fatto la maggior scoperta nel campo della fisiologia o della medicina; una parte ancora a chi, nell’ambito della letteratura, abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole; una parte infine alla persona che più si sia prodigata o abbia realizzato il miglior lavoro ai fini della fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione di eserciti permanenti e per la formazione e l’incremento di congressi per la pace. I premi per la fisica e per la chimica saranno assegnati dalla Accademia Reale Svedese delle Scienze; quello per la fisiologia o medicina dal Karolinska Institutet di Stoccolma; quello per la letteratura dall’Accademia di Stoccolma, e quello per i campioni della pace da una commissione di cinque persone eletta dal Parlamento norvegese. È mio espresso desiderio che all’atto della assegnazione dei premi non si tenga nessun conto della nazionalità dei candidati, che a essere premiato sia il migliore, sia questi scandinavo o meno.
Questo Ultimo Volere e Testamento è l’unico valido, e cancella ogni altra mia precedente istruzione o Ultimo Volere, se ne venissero trovati dopo la mia morte.
Infine, è mio esplicito volere che, dopo la mia morte, mi vengano aperte le vene, e una volta che ciò sia stato fatto e che un Medico competente abbia chiaramente riscontrato la mia morte, che le mie spoglie vengano cremate in un cosiddetto crematorio.

Parigi, 27 novembre 1895



Note: Dalle disposizioni testamentarie, si evince una marcata attenzione nei confronti della dedizione e dell'impegno volti alla scoperta, più che ai diritti della scoperta stessa, e una nuova prospettiva, che antepone la costruzione della pace alla distruzione degli esordi. Il testamento autografo venne scritto il 27 novembre 1895 allo Swedish Norvegian Club di Parigi, circa un anno prima della sua morte.

lunedì 24 novembre 2014

25 Novembre giornata mondiale contro la violenza sulle donne


La madre morta - Egon Schiele
“Flashback”
Ho sentito la vita

sfuggirmi dalle dita,

smarrimento e dolore

nel lasciare quella vita e il 
mio sentire inquinato

dal timore di scoprire

di quel morire insensato

per mano del mio amato.
(Giusy Grasso)
















lunedì 17 novembre 2014

Se famo du' spaghi?


Avete mai pensato all'analogia che corre tra arte culinaria e arte figurativa? L'atto di scegliere con cura gli ingredienti, giocare col dosaggio di spezie e aromi, controllare i diversi tempi di cottura, scegliere i colori, dosarli e applicarli sulla tela, sulla carta, sulla tavola. La maestria, la forza creativa, l'improvvisazione. Pensiamo alla passione culinaria di Leonardo ai tempi del suo apprendistato alla bottega del Verrocchio, quando prestò servizio come capo cuoco alla “Taverna delle tre lumache” a Ponte Vecchio, e alla successiva avventura con l'amico Botticelli con la taverna “Le tre rane di Sandro e Leonardo” fino alla produttiva attività di curatore di banchetti presso Ludovico il Moro. Leonardo, che con le sue originali invenzioni, fu anche precursore dell'attuale cavatappi, il trita aglio, l'affettatrice, e... la macchina per fare gli spaghetti. La pasta, che passione. Di tutt'altra idea fu invece il futurista Marinetti, che nell'ambito della sua iniziativa “guerra alla pasta asciutta” definì la pasta: “una palla e un rudere che gli italiani portano nello stomaco come ergastolani o archeologi”. Voi che ne dite? Se famo du' spaghi?


 Buon appetito a tutti.  

sabato 15 novembre 2014

Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno. 

Charles Pierre Baudelaire 

Il bacio - Costantin Brancusi



venerdì 14 novembre 2014

Il Saggio e le Domande (storia zen)


Donna allo specchio - F. Van Hove
C'era una volta, un vecchio saggio seduto ai bordi di un'oasi alle porte di una città del Medio Oriente. Un giovane si fece avanti e gli domandò:
"Non sono mai stato da queste parti. Mi dica buon uomo, come sono gli abitanti di questa città?"
L'uomo rispose con una domanda: "Come erano gli abitanti della città da cui vieni?"
"Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là".
"Così sono gli abitanti di questa città!", gli rispose il vecchio saggio. Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all'uomo e gli pose la stessa domanda:
"Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?"
L'uomo rispose di nuovo con la stessa domanda:
"Com'erano gli abitanti della città da cui vieni?"
"Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli!"
"Anche gli abitanti di questa città sono così!", rispose il vecchio saggio. 
Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all'abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero:
"Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?"
"Figlio mio", rispose il saggio, "ciascuno porta nel suo cuore ciò che è. Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui. Al contrario, colui che aveva degli amici leali nell'altra città, troverà anche qui degli amici leali e fedeli. Perché, vedi, ogni essere umano è portato a vedere negli altri quello che è nel suo cuore".





mercoledì 12 novembre 2014

Giù le mani dai bambini!!!



Giù le mani dai bambini, è il più rappresentativo comitato italiano di farmacovigilanza pediatrica. L'associazione senza scopo di lucro, è nata dalla constatazione della scioccante situazione d'oltreoceano in merito all'utilizzo di psicofarmaci. Esistono tecniche di marketing volte a spacciare il farmaco attraverso la diagnosi di malattie assolutamente inventate o mediante la semplice modifica di alcuni parametri, tali da far risultare malata un'abbondante fetta di popolazione. Allora, onoriamo le case farmaceutiche per la ricerca scientifica e per i prodotti utili ma condanniamole quando curano i propri interessi a discapito della salute della popolazione. E della crescita esponenziale, non solo in America ma anche in Germania e in Francia, della diagnosi di ADHD ai bambini, ne vogliamo parlare? Nel 2004 uno studio multicentrico del Progetto Prisma rivela che, un milione di bambini italiani rientrerebbe nei criteri; potenzialmente destinatario di terapia a base di psicofarmaci. A volte, in Italia a seguito di visite di 20 minuti, si chiede ai genitori la firma per somministrare la beta anfetamina al bambino di 6 anni!!! Informiamoci.





*L'intervento di Luca Poma in occasione del convegno, svoltosi recentemente a Padova “Salviamo Gianburrasca – medicalizzazione dei minori e marketing del farmaco”.

Comitato Giù le mani dai bambini - Pagina Facebook: www.facebook.com/GLMonlus

martedì 11 novembre 2014




"Il Kyphi è un profumo composto da 16 sostanze: miele, vino, uva passa, cipero, resina, mirra, legno di rosa; si aggiunge lentisco, bitume, giunco odoroso, pazienza, ginepro, cardamomo e calamo aromatico, secondo le formule indicate nei libri sacri."

(Plutarco)


L'antica ricetta venne riportata anche nei “Testi delle Piramidi” sebbene al giorno d’oggi, è assai difficile poter riprodurre fedelmente questa pregiata varietà, a causa della scarsa rintracciabilità o addirittura dell'attuale illegalità di alcuni ingredienti.




Nei Templi babilonesi, durante i cerimoniali magici venivano bruciate cortecce di sandalo, mirto e cedro.

Ricopre un ruolo di rilievo anche nella tradizione cristiana. Nel vangelo secondo Matteo, i tre Re magi portarono in dono a Gesù: oro, incenso e mirra. Incenso e Mirra, sono due incensi puri ricavati dalla resina cristallizzata della “Boswellia sacra” e della “Commiphora myrrha”, entrambe provenienti dalla penisola arabica.



CURIOSITÀ  -  In Egitto, il compito della raccolta delle resine, pare venisse affidato solo ed esclusivamente a uomini puri”; non potevano avere contatti con i defunti e non potevano avere rapporti sessuali.


COME AVRETE CAPITO, L'ARGOMENTO DI OGGI È L'INCENSO.


Mi sono più volte interrogata in merito all'esistenza di qualche semplice ricetta per realizzare del sano incenso in casa e, guardate cosa ho trovato...

Questa è una delle innumerevoli ricette della tradizione Buddhista che ha per protagonista l'incenso. Non sono necessarie erbe aggiuntive per questo genere di incenso, in quanto, le presenti, sono più che valide per ciò che concerne la protezione e la purificazione (dell'ambiente e della persona) favorendo inoltre, l'ispirazione e la concentrazione.

TUTORIAL - COME PREPARARE DEL BUON INCENSO IN CASA

INGREDIENTI:
50 gr. di miele, 50 gr di Aloe Vera o Arborescens, è indifferente, purché si abbia sia l'olio (200 ml) che alcune parti legnose del fusto, 30 gr. di Canapa (quella che sembra una ciocca di capelli che si trova nei negozi di ferramenta o di idraulica), 50 gr. di legno di sandalo, olio essenziale di mughetto, loto, patchouly e gelsomino (tutti 5 gocce), 50 gr. di mandarino cinese (se possibile la corteccia altrimenti  vanno bene anche le foglie).

PREPARAZIONE:
La preparazione è semplice:  si uniscono tutti gli ingredienti solidi in un mortaio o nel frullatore e si tritano finemente, se le cortecce dovessero risultare un po' dure, è consigliabile spezzettarle in parti grossolane con l'aiuto di una mezza luna mentre, la canapa,  prima di essere inserita nel frullatore andrebbe tagliata con delle forbici, in ciuffetti di poco meno di 1 cm. Nel frattempo che sminuzzate, aggiungete lentamente l'olio di Aloe e i vari olii essenziali: attenzione a non fare scaldare la lama del frullatore!!! E' consigliabile tenere il bicchiere del frullatore nel congelatore per circa 30 minuti. Quindi si unisce il composto al miele (che avrete già fatto sciogliere a 'bagno maria') e si lascia riposare per una giornata circa, se volete potete fare anche degli stampini,  l'importante è che stia a riposo, all'asciutto e al buio. Passata la giornata si può bruciare. E ora... un po' di relax...


"Tutte le religioni sono parte della stessa grande Verità. Tutte le Scritture sono sacre. Tutti i luoghi di preghiera sono santi. Tutte le religioni cercano un solo Dio, chiamandolo con nomi diversi. Purtroppo gli uomini cercano Dio nelle religioni, mentre Dio si può trovare in loro stessi."

(Baba)


mercoledì 5 novembre 2014

Relativita' del bello ed estetica del brutto


La natura non scarta nulla perché non le piace, la natura non ha morale, ha regole superiori a quelle degli uomini che stupidamente non si domandano il perché di una nuvola, di un mulinello, di un'illusione ottica come la prospettiva.”

Leonardo Da Vinci



 



L'arte non si esaurisce nel bello, Leonardo cattura il bello nelle forme e nelle fattezze degli esseri che vivono la natura, e al contempo, dedica la stessa attenzione alla “bruttezza”.

Movesi l'amante -  Music: Roman Vlad Lyrics: L. Da Vinci Voice: O. Vanoni

lunedì 3 novembre 2014

LA VERITA'



A sei persone, che non avevano mai visto un elefante, dissero che in una stanza buia ce n'era uno, e ciascuno di loro aveva diritto di entrare e di toccare quello strano animale, per sapere come fosse fatto. Dunque, andarono uno alla volta a esaminare l'elefante. Il primo, toccò la proboscide, il secondo una zanna, il terzo un orecchio, il quarto una zampa, il quinto la pancia, il sesto la coda. E se ne tornarono tutti a casa convinti di conoscere esattamente l'aspetto di un elefante. Cominciarono a descriversi vicendevolmente l'elefante. "Oh, è fantastico", disse il primo, "così lento e morbido, lungo e forte"'. "No!" disse quello che aveva toccato la zanna, "è corto, e fatto di osso". "Avete torto entrambi", disse il terzo, che aveva tastato l'orecchio, "l'elefante è piatto e sottile come una grande foglia". "Oh no", disse il quarto che aveva toccato la zampa, "è come un albero". E anche gli altri due intervennero: "E' come un muro", "è come una corda". Discussero e discussero a lungo, arrivando persino ad azzuffarsi, finché, qualcuno portò l'elefante fuori dalla stanza in piena luce e i sei si resero conto che avevano tutti un poco di ragione: tutte le parti che avevano descritto, messe insieme, formano l'elefante.

Ognuno è portatore della propria verità intimamente sperimentata.