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mercoledì 20 maggio 2015

“Smettere di riciclare, cominciare a riparare”





E’ l’anno 2009 quando, l’ex giornalista Martina Postma, concretizza l’idea di un “caffè della riparazione” o “café reparation”; idea concepita nel 2008 da “Platform 21”, un collettivo di progettisti oggi non più attivo. Con lo slogan “Smettere di riciclare, cominciare a riparare” il Manifesto della riparazione del collettivo si contrapponeva ai movimenti ambientalisti del tempo, i quali, ignoravano completamente il concetto di riparazione. L’iniziativa, riscuote un discreto successo ad Amsterdam, dove gli oggetti fino ad allora accantonati, in quanto logori o non funzionanti, si vestono di una nuova luce, grazie all’attività di abili volontari e di gente comune intenzionata ad apprendere le tecniche di riparazione. Impresa resa ardua, nell’era moderna, a causa dei materiali frangibili sorti da una volontà palesemente consumistica.  Dovremmo invece, a mio avviso, apprendere sin dalla più tenera età, magari nelle aule scolastiche, questa coscienza dell’economia domestica e, ridisegnare l’economia livellando certe distanze sociali. I periodi di crisi, in tal senso, possono offrire spunti per rivalutare certe abitudini e stili di vita. Ai giovani è stato consegnato un mondo in cui, spesso, ad iniziare sono stati proprio i genitori o i nonni (a buttar via fogli di carta solo parzialmente utilizzati oppure oggetti un po’ datati, o ancora, far scorrere l’acqua inutilmente mentre ci spazzoliamo i denti ipnotizzati dallo sciabordio di sottofondo, accendere la luce in pieno giorno e mille altre insane abitudini che non sto ad elencare) ma, come si suol dire: “Non è mai troppo tardi”.  

REPAIR IS NOBLE

ifixit.com 

sabato 16 maggio 2015

Milano si veste di poesia



Foto: Daniele Cucci
Foto: Daniele Cucci
Foto: Daniele Cucci


"Usciti dal lavaggio emozionale delle poesie enunciate presso l’archivio Dedalus, un silenzio meditativo si fa strada. L’effetto dei magnifici versi riecheggia ancora nell'aria, seguito da una sensazione di totale appagamento. Al parco Baravalle, poi, i poeti, circondati da alberi secolari, hanno letteralmente “dialogato” con la natura in un controcanto di pregevole effetto. In verità,  l’intero percorso è stato estremamente suggestivo. I passi dei poeti come vaticini su foglie di palma, ci hanno condotto attraverso luoghi, sentimenti, filippiche, dolori. Poesia che viaggia di cuore in cuore, fiaccola che illumina strade gremite di gente giunta da ogni dove, poesia senza età, poesia senza ego perché: poeta è chi narra e poeta è chi ascolta". 


Queste, le impressioni a caldo scaturite dalla mia esperienza di giovedì 14 Maggio, in riferimento al Festival Internazionale della Poesia "Parola nel mondo", data oltremodo significativa, se si pensa che coincide con il 750° compleanno di Dante Alighieri.

Le origini

Foto:  Daniele Cucci
"Parola nel mondo", nasce in sudamerica con il nome di Palabra en el Mundo. Il progetto è del Festival Internacional de Poesía de La Habana e della Revista Isla Negra. Milton Fernàndez, quest'anno, con il Festival della Letteratura di Milano, ha voluto aderire all'iniziativa coinvolgendo la città che ha dato i natali all'indimenticabile "poetessa dei navigli". Le zone interessate: San Gottardo, Via Meda e dintorni. Il festival, giunto con successo alla sua nona edizione ci parla in tutte le lingue del mondo con quasi duemila incontri, attraverso 54 paesi simultaneamente, trait d'union: la pace universale. 

Parola nel Mondo (Qui e in altri 2.000 luoghi del pianeta)

Parola tal mund (milanese), Vorto en la mondo (esperanto), Palavra no mundo (portoghese), Parola nel Mondo (italiano), Worte in der Welt (tedesco), Rimayninchi llapan llaqtapi (quechua), Paraula in su Mundu (sardo), Cuvânt în Lume (rumeno), Parole dans le Monde (francese), Ordet i verden (danese), Wordin the world (inglese), Palabra no mundo (gallego), Ñe’ê arapýre (guaraní), Paraula en el Món (catalano), Chuyma Aru (aymara), Koze nan lemond (creolo), Kelma fid-dinja (maltese), מילהבעולם (milá baolam) (ebraico), Nagmapu che dungu (mapuche), Tlajtoli ipantlaltikpaktli (nahuatl), וורט אין ועלט (Vort in Velt) (Idish), كلمةفي العالم (arabo), Dünyada kelime (turco), lhamet ta íhihonhát (Wichi), Titzaa yeezii loyuu (zapoteco), Dunyodaso’z (uzbeco), Слово вмире (russo), Pallabra nel mundu (asturiano), Hitza Munduan (basco), T’aanyóok’ol kaab (maya), Paraule tal mont (friulano).



Alcuni riferimenti importanti



martedì 12 maggio 2015

Scusi, lei è favorevole o contrario?



Accadde oggi, 12 maggio 1974. Gli Italiani sono chiamati a decidere se abrogare o meno la legge Fortuna-Baslini del 1970, statuto col quale si era introdotto il divorzio nel nostro Paese. La schiacciante vittoria del “NO”, con il 59,3% dei voti, conferma la possibilità giuridica di scioglimento del vincolo matrimoniale. Non mancheranno nel corso degli anni: eventi, manifestazioni, sit in predisposti nel giorno dell’anniversario, come quello che vide protagonista la studentessa liceale Giorgiana Masi, la quale, perse la vita nel corso degli scontri in piazza Navona. La piazza come luogo di incontro, di scambio, Il luogo dei diritti, della libertà, dei sogni, della speranza nel cambiamento. Valori comuni di chi lotta contro la disuguaglianza e l’ingiustizia. Manto di Arlecchino di repressione e violenza di Stato. La rivista l’Espresso, pubblicherà le fotografie che mostrano distintamente la presenza, nel corteo di quel 12 maggio del ’77, di agenti infiltrati e armati che spararono ad altezza d’uomo. Le evidenti responsabilità emerse a carico della polizia, del questore, e dell’allora Ministro dell'Interno Francesco Cossiga, porteranno il governo ad intessere una fitta trama di omertà e menzogne. L'inchiesta per l'omicidio, si concluse nel 1981 con una sentenza di archiviazione del giudice istruttore Claudio D'Angelo "per essere rimasti ignoti i responsabili del reato". Qui eviterei i commenti. Il divorzio, porta alla luce verità che molte famiglie italiane preferiscono nascondere come polvere sotto il tappeto. E’ anche vero che, in una società che viaggia ad una velocità non indifferente e in cui spesso si antepongono le proprie necessità a quelle della prole, bisognerebbe forse guardarsi un po’ indietro. La famiglia è impegno e sacrificio ma, in taluni casi, è una sfida che forse val ben la pena perseguire. Mi torna alla mente un vecchio film dell’Albertone nazionale “Scusi, lei è favorevole o contrario?”, film del ’66 diretto da Alberto Sordi, la cui sceneggiatura è stata scritta a quattro mani con il grande Sergio Amidei. Nel film, forse in pochi avranno notato la presenza di un acerbo Dario Argento nei panni di un prete. Il titolo del film allude al dibattito aperto in quegli anni in merito al divorzio. La messinscena ha un ritmo lento ma si lascia seguire offrendo svariati spunti di riflessione.


Scusi lei è favorevole o contrario? (movie)  www.youtube.com/watch?v=E_lBkaCBCSw 

venerdì 1 maggio 2015


IL ROMANTICO POETA DELL'AMORE CECO



Era la tarda sera – il primo maggio –

il seral maggio, tempo d’amor, quando
le colombe si chiamano tubando,
là dove intorno odora il pin selvaggio.
Bisbigliava d’amor la silenziosa
borraccina e mentia d’amore il duolo
l’albero in fior; cantava l’usignolo
alla rosa il suo amore e della rosa
per lui l’amore in un sospiro auliva.
Il lago terso tra gli arbusti ombrosi
suonava sordo di dolori ascosi
e tutto intorno lo stringea la riva:
i chiari soli d’altri mondi intanto
vagavan per l’azzurro come pianto
d’amore. E i loro mondi ammaliati
come al tempio salian dell’immortale
amore, incontro all’universo astrale,
fino a quando d’affetto fiammeggianti,
in scintille spegnentisi mutati,
s’incontravano come erranti amanti.
La bella faccia della luna piena,
chiara nel suo pallore e nel chiarore
pallida, s’infiammò di roseo ardore,
come amante che spia l’amante, appena
nell’acque la sua immagine riflessa
vide e languì d’amore per se stessa.
Sull’orizzonte un poco più lontano
l’ombra tenue splendea delle cascine,
fino a che ad abbracciarsi più vicine
si fecero e il crepuscolo pian piano
entro il suo oscuro grembo lo rinchiuse
ed il bosco con loro si confuse.
Più lungi ancora l´ombra si diffonde
delle montagne; alla betulla il pino
e la betulla al pino fa un inchino.
Corrono a gara nel ruscello l’onde.
In quest’ora d’amore un amor pieno
ribolle ad ogni creatura in seno.



Tratto dal poema del 1836 "Maggio" (Máj) di Karel Hynek Mácha 
Traduzione di Ettore Lo Gatto

PRIMO MAGGIO